Sport e pandemia: la meta raggiunta di Maxime Mbandà
In questo nuovo mondo, d’improvviso messo sotto sopra da un virus spietato, si è rimessa in moto la vita.
Seppur rivoluzionata, piena di occhi, ma di pochi abbracci, ancor meno di baci.
Chissà per quanto tempo ancora.
Anche le parole saranno, giocoforza, più quelle scritte che quelle pronunciate.
La solidarietà, invece, resterà sempre più forte di qualsiasi nemico, visibile oppure invisibile, perché le mani che ci porgono, allontanano sempre ogni paura.
E’ bene ricordarlo oggi più di ieri, perché le azioni degli altri in questo annus horribilis hanno alzato una sorta di muro dell’amore.
La storia ad alto tasso di ispirazione di oggi è quella di Mata Maxime Esuite Mbandà, 27 anni, figlio di un chirurgo congolese e di una italiana.
Vive a Milano da quando ha 3 anni, gioca a rugby con le Zebre e veste la maglia della Nazionale.
In mezzo alla pandemia, la sua meta da raggiungere repentinamente cambia.
Lascia nell’armadio maglietta e pantaloncini diventando un volontario della Croce Gialla di Parma, una realtà di cui non conosce nulla prima di infilarsi una tuta bianca, occhiali, guanti e mascherina per accompagnare i tanti pazienti positivi al Covid 19 nei tre ospedali della provincia, oppure per portare cibo e farmaci alle persone anziane.
“Nella mia vita ho sempre cercato di aiutare gli altri, ma non come sta succedendo oggi.
Mi pento di non aver iniziato a farlo prima.
Ti lascia emozioni che ricorderai per sempre”.
Insomma lo sport professionistico non è solo quel mondo dorato che sta lassù, inavvicinabile. Ancor di più il rugby irrorato nella storia da coraggio, sofferenza che ha nel suo DNA storie come questa: una storia ispirazionale e trasformativa, proprio come piace a noi.
In questa emergenza, coraggio e sofferenza sono elevate all’ennesima potenza e con un forte impatto emotivo.
I volontari formano una vera e propria squadra supportando l’opera cruciale di medici e infermieri, tutti insieme per salvare il maggior numero di persone. E così si è compiuta, o meglio si sta compiendo una vera e propria rivoluzione nelle e delle nostre anime.
Tutto ciò che è accaduto cambierà inevitabilmente tutti noi, lo abbiamo sentito dire tante volte in questi giorni di lock-down, soprattutto immaginando i possibili scenari della fase 2.
In particolare, nella percezione delle priorità della vita, di ciò che magari abbiamo sempre dato per scontato e che d’improvviso è diventato effimero. In questo mondo diverso, mascherato, oggi ci siamo e lo viviamo soltanto grazie all’aiuto che riceviamo dagli altri, dalle loro azioni e, per dirla alla nostra maniera: people lie, actions don’t.
Proprio come Maxime.
Se vuoi approfondire la sua storia leggi qui.