Come un pesce e fluide come l’acqua
Dite la verità: dopo tante parole belle, potenti e irriverenti, trovare l’immagine di un pesce un po’ vi ha stupito.
Capisco, ma almeno per una borsa della nuova collezione 2021-2022 di Boule de Sac, abbiamo voluto ricorrere ad un simbolo.
Una sorta di allegoria, che credo possa servire a tutte noi.
Cosa fa un pesce, se non nuotare in un elemento, talvolta ostile, che suo malgrado rappresenta tutto l’universo a lui conosciuto?
Non vi fa pensare un po’ al nuotare nell’immenso mare della vita?
Dovremmo tutte imparare a fare altrettanto.
Certo, noi non siamo pesci e non viviamo nell’acqua, ma pensateci: un pesce che nuota nelle vastità del mare affronta l’ignoto nello stesso modo in cui noi dovremmo affrontare la vita, ossia con coraggio e determinazione.
I pesci sono campioni di nuoto contro corrente.
E più impetuosa è, più l’affrontano con grinta, per i motivi più disparati: tornare nel luogo dove sono nati per deporre le uova, trovare banchi di pesci con cui sfamarsi, raggiungere latitudini più favorevoli alla sopravvivenza.
In ogni caso, non esitano ad affrontare le insidiosi correnti marine, pur di raggiungere i loro obiettivi.
Vogliamo essere da meno?
E se ci riflettiamo attentamente, c’è un altro fattore che ci accomuna a queste creature marine.
Purtroppo, diremmo noi.
Nel 2005, in occasione della consegna dei diplomi, lo scrittore David Foster Wallace tenne un discorso al Kenyon College e raccontò questa breve storiella.
Due giovani pesci nuotano tranquilli nelle vastità del mare, quando ad un certo punto incontrano un pesce più anziano che gli chiede: “Com’è l’acqua oggi?”.
I due pesci si guardano perplessi e proseguono per la loro strada, fino a quando uno dei due si ferma all’improvviso e domanda all’altro: “ Acqua? Cos’è l’acqua?”.
Un modo originale per suggerire che quando siamo abituate ad un contesto, ne perdiamo la cognizione.
Forse non ce ne accorgiamo nemmeno, ma spesso anche noi dimentichiamo che ciò che abbiamo intorno è tutto ciò che possediamo.
Carriera, famiglia, amici, diamo tutto per scontato, quando invece non lo è affatto.
Passiamo da un impegno all’altro con la stessa nonchalance con cui ci cambiamo d’abito, dimenticandoci di assaporare il momento, l’essenza stessa dell’attimo che stiamo vivendo.
E quando ce ne rendiamo conto, è troppo tardi per recuperarne l’odore, il sapore, l’emozione.
Ritrovare la consapevolezza del nostro essere qui ed ora potrebbe rappresentare un nuovo inizio.
Forse la nostra vita non è perfetta, ma è tutto ciò che ci è dato da vivere.
Ogni bacio, ogni abbraccio, ogni risata rappresentano un vero e proprio nutrimento per la nostra anima, così come ogni successo, ogni traguardo, ogni ripartenza costituiscono momenti che vanno accolti e coccolati con passione.
Sono istanti che passano veloci, sta a noi assaporarli fino in fondo.
Il pesce non è consapevole dell’elemento in cui nuota, ma noi, invece, dobbiamo esserlo.
Ed esattamente come fa quest’animale marino, anche noi dobbiamo imparare a sfruttare le correnti, riuscendo a nuotare anche in mezzo alla burrasca.
Come?
Lasciandoci andare.
Sembra un ossimoro, ma non lo è.
Quando siamo in acqua, più ci irrigidiamo ed opponiamo resistenza, più affondiamo.
Se invece ci lasciamo andare, se facciamo in modo che il nostro corpo assecondi le forze in gioco, ecco che magicamente cominciamo a galleggiare.
Come i pesci.
Smettiamola, quindi, di rincorrere l’impossibile, di piagnucolarci addosso, di ignorare l’acqua in cui nuotiamo e godiamoci la vita.
Leggerezza e consapevolezza dovrebbero diventare le nostre inseparabili compagne di viaggio.
La prima ci consentirà di galleggiare sulle inevitabili difficoltà della vita, mentre la seconda ci rammenterà di non tralasciare mai nulla e di essere sempre pronte ad individuare la corrente più propizia.
Un pesce sulla borsa, quindi.
Per ricordarci che i pesci non affogano mai, nemmeno durante le tempeste più burrascose.
Cosa che non succederà nemmeno a noi, se ricorderemo di nuotare nei mari della vita assecondando le onde e cavalcando le maree.