Dalla Grecia alla conquista dell’America, la storia di Arianna Huffington.

 

Come si passa dall’essere una solitaria adolescente di Atene a diventare una delle donne più influenti del giornalismo americano e star indiscussa della buona società statunitense?

Con grinta, coraggio e, soprattutto, senza farsi abbattere dai fallimenti.

La storia ad alto tasso di ispirazione di oggi è quella di Arianna Huffington, giornalista e scrittrice di successo, che durante la sua vita e la sua carriera, ha saputo coniugare determinazione e resilienza come pochi altri.

Per questa donna, che prima di raggiungere il successo ha fallito più volte, sia nella vita personale, sia nella carriera, sbagliare è stato solo un inciampo e non la tragedia della sua vita.

Nemmeno dopo la fine del suo matrimonio o la sonora sconfitta alle elezioni per diventare governatore della California ha pensato per un solo momento di essere una fallita e, ogni volta, ha saputo risorgere dalle sue ceneri. Come un’araba fenice.

Nel 2016, a 66 anni, indomita e felice, ha lasciato la sua creatura, l‘Huffington Post, dopo averla ceduta al gruppo Aol per la bellezza di 315 milioni di dollari. Poteva godersi il suo gruzzolo e fare la speaker in giro per il mondo o anche solo giocare a bridge o darsi al giardinaggio, e invece no.

Ha lanciato la start-up Thrive Global, una piattaforma digitale per aziende e privati che ha lo scopo di insegnare a vivere meglio, a trovare il giusto equilibrio tra lavoro e vita privata, con un focus sulla disconnessione dai device digitali e sulla qualità del sonno.

 

La vita di Arianna Huffington: una storia di vittorie e sconfitte

 

Arianna Huffington nasce ad Atene in una famiglia che per lei spera solo in un buon matrimonio.

Le sue ambizioni, però, sono altre e fa di tutto per vincere una borsa di studio, grazie alla quale vola a Cambridge, una delle più prestigiose università del mondo.

La sua prima vittoria, sulla famiglia e su migliaia di altri candidati.

Le difficoltà non la spaventano e nonostante non parli benissimo l’inglese, riesce in poco tempo non solo a superare tutti gli esami previsti dal corso di economia al quale si è iscritta, ma a diventare la prima straniera, e la terza donna, presidente della Cambridge Union, una delle più rinomate associazioni studentesche britanniche.

Ma tutto questo ad Arianna ancora non basta.

Vuole anche una famiglia, peccato che il suo fidanzato, Bernard Levin, giornalista e critico d’arte, sia allergico al matrimonio.

Lei non ci pensa più di tanto, fa i bagagli e si trasferisce a New York, dove ha amici nell’upper-class cittadina. E sarà proprio grazie a queste conoscenze altolocate che conoscerà il suo futuro marito, Michael Huffington, erede di un impero costruito sul petrolio.

Finalmente ha la famiglia che desidera, ma dopo 8 anni di matrimonio e due figlie, i due divorziano, lungi dall’abbattersi Arianna cerca il suo riscatto nella politica.

Forte delle relazioni costruite durante la campagna elettorale del marito, eletto al Congresso e alla cui vittoria ha tanto contribuito, la ragazza greca, ormai naturalizzata americana, decide di candidarsi alla poltrona di governatore della California.

E chissà, forse ce l’avrebbe anche fatta, se il suo avversario non fosse stato niente di meno che il famosissimo Arnold Schwarzenegger.

Non lo sapremo mai.

Quello che invece sappiamo è che prende meno dell’1 % dei voti e che non si lascia affatto abbattere dalla sconfitta. Anzi, è proprio dopo questa batosta che mette in piedi un blog, l’Huffington Post, che in brevissimo tempo diventa il punto di riferimento dell’area liberal statunitense.

In pochi anni numerose redazioni estere verranno aperte, fra cui quella italiana.

Il sito, prima di essere ceduto al gruppo Aol, riuscirà a portarsi a casa anche un prestigioso premio Pulitzer.

Oggi Arianna Huffington sta affrontando una nuova sfida con la sua start-up Thrive Global, con l’intento di rilanciare il primato del benessere su quello dei soldi e della carriera.

A 66 anni.

Dopo una vita piena di successi, ma anche di fallimenti e sconfitte, che avrebbero azzerato i sogni e le aspirazioni di molti.

 

“Non aver timore di sbagliare”

 

A dirlo è proprio lei durante un’intervista concessa a Milano, nel corso del World Business Forum, una sorta di meeting mondiale nel quale si dibattono le migliori proposte per migliorare il mondo.

E preoccupandosi di non essere stata sufficientemente chiara, aggiunge: “Il fallimento non è l’opposto del successo, ma solo una tappa, spesso obbligata, per arrivare al traguardo.” Come poterla contraddire?

La sua storia è un insegnamento per tutti, più che mai per le donne, che con la loro mania di perfezionismo sono spesso le peggiori nemiche di se stesse.

Arianna Huffington, come molte di noi, ha superato parecchie prove difficili, dal divorzio a una gravidanza finita male per lo stress da lavoro, dalla sconfitta elettorale di dimensioni abnormi ad alcune cause di plagio durante la sua carriera di scrittrice e varie grane giudiziarie per via del suo blog.

Ma non ha mai mollato.

E pensando a questa donna, sentiamo ancora più nostre le parole che abbiamo voluto imprimere sulla nostra collezione di borse Boule de Sac, “People lie, action don’t”.

Perché in fin dei conti, come si suol dire, ciò che davvero conta non è che quello che le persone dicono di voler fare, ma le loro azioni, ciò che realmente realizzano. Che quando dà forma ad una vita di successi, malgrado i fallimenti, ci lascia a bocca aperta e ci emoziona.