Buoni propositi 2021, perchè quest’anno sarà diverso.
È un classico: ad ogni inizio d’anno si fa un breve bilancio di quello passato e ci si lancia in promesse e impegni solenni per quello futuro.
Siate sincere: chi di voi non ha ancora compilato, anche se solo mentalmente, una “lista buoni propositi anno 2021”?
L’hanno fatto pure i maggiori siti di comunicazione sul web, ma a dirla tutta, i buoni propositi per il nuovo anno sembrano quelli di tutti gli anni passati: andare in palestra, mangiare in modo più sano, diminuire il tempo sullo smartphone, imparare una nuova lingua, dormire di più, liberarsi da ciò che non serve e via dicendo.
Fra una banalità e l’altra, ci sono siti che sono riusciti a pubblicare fiumi di parole!
A parte il fatto che i buoni proponimenti per i successivi 365 giorni dovrebbero prendere spunto e tenere in conto degli eventi passati, ne abbiamo parlato la scorsa settimana, ma continuare ad ogni capodanno ad impegnarsi in cose che, tra l’altro, avete già verificato che non manterrete, a cosa serve?
Solamente a due cose: a mettersi la coscienza a posto e, quando i risultati non arrivano, a sentirsi mortalmente in colpa.
Così non va bene. Ci vuole una svolta.
E nell’ottica di pensare al passato per costruire il futuro, questa volta, in modo del tutto inatteso, la possibilità di dare una vera svolta alla nostra annosa abitudine di compilare una lista dei buoni propositi del 2021 ce la offre il Covid.
Vi sembra strano? Eppure, pensateci.
Cosa ci ha insegnato il Coronavirus?
Mettendo da parte la distinzione fra tasso di mortalità e tasso di letalità, di cui ignoravamo la differenza, e i calcoli per estrapolare l’indice di trasmissibilità, il Covid ci ha impartito delle severe lezioni.
A partire da quella sull’uguaglianza: di fronte alla malattia siamo tutti ugualmente fragili e spaventati.
Ricordate Totò quando parlava della livella?
E che dire dell’empatia?
Anche i più insensibili di noi non hanno potuto fare a meno di immedesimarsi nelle vicende di chi, più di altri, è stato duramente colpito dalla pandemia.
E vogliamo parlare della pazienza?
Abbiamo tutti imparato che farsi prendere dal panico è decisamente meno utile che aspettare, valutare e mettere in atto efficaci contromisure.
Dunque, vediamo: uguaglianza, empatia, pazienza.
Considerate queste lezioni, quindi, quali potrebbero essere i buoni propositi del 2021 per me, per noi, per tutti?
Limitiamo l’attenzione su un paio di cosette.
Io comincerei da “resilienza”.
Una parola fin troppo abusata, ma che alla luce della situazione, assume un sapore del tutto particolare.
Perché ci ricorda che non dobbiamo mollare, che alla fine del famoso tunnel c’è sempre la luce (e non l’altrettanto famoso treno in corsa), che dentro di noi c’è la forza per affrontare e superare le difficoltà.
E subito dopo metterei: “flessibilità”.
In particolare noi donne, abbiamo dimostrato di essere in grado di trasformarci da persone sempre impegnate a casalinghe a tempo pieno, di aver saputo coniugare lo smartworking con la didattica a distanza dei nostri figli, di aver trovato la forza di rinunciare a feste ed eventi, senza perdere la nostra socialità.
Sembra poca cosa, ma non lo è affatto.
Sono conquiste che vale la pena conservare e perpetrare anche nel nuovo anno.
Perché dopo tante difficoltà ci meritiamo un anno epico, in cui nonostante le difficoltà imposte da un’emergenza non ancora finita, ci meritiamo di risorgere più forti e determinate che mai.
Aggiungiamo pure l’andare in palestra e moderare l’uso del cellulare, ma concentriamoci sulle capacità che abbiamo appena appreso o riscoperto.
E temiamocele strette. Siamo donne, siamo forti, resilienti e flessibili.
Dimostriamolo a questo 2021 e che sia un anno di azioni e realizzazioni inequivocabili e se siete a corto di ispirazione e motivazione c’è sempre Boule de Sac.