Cecilie Bahnsen, il bianco, il nero e l’alta moda zero spreco.

Romanticismo francese, dinamismo londinese e pragmatismo scandinavo.

Ecco cosa c’è dietro le collezioni della stilista danese Cecilie Bahnsen, che per spiegare il suo successo dà questa spiegazione:

 

“Ho lavorato sia a Parigi che a Londra e amo ciò che le città mi hanno insegnato sulla passione per la moda, il romanticismo e il decadentismo. Penso che questo background, combinato con la mia formazione scandinava e l’amore per la praticità, la disinvoltura e la semplicità, sia ciò che ha dato al brand il suo carattere unico.”

 

I suoi tratti distintivi sono l’artigianalità e un’eclettica spinta all’innovazione.

Il suo marchio di fabbrica è l’utilizzo del bianco e nero, i due colori principali nei quali realizza abiti che sono delle vere e proprie sculture.

A metà strada fra il bucolico e il moderno, i suoi capi d’abbigliamento sono caratterizzati da linee contemporanee e volumi strutturati, impreziositi da ricami, inserti di sangallo e pizzi che denotano una forte vocazione alla femminilità.

 

“Intreccio dopo intreccio, trama dopo trama, le gonne ampie, le maniche a palloncino, i nastri, le scollature impreziosite da cut-out coraggiosi, ogni nuova collezione è un’evoluzione della collezione precedente. I miei abiti rappresentano la femminilità moderna, semplice, romantica, anche un pizzico tradizionale, eternamente personale”.

 

Perché parliamo di questa stilista, classe 1985, che dopo una lunga collaborazione con John Galliano a Parigi, torna in patria e fonda il suo brand?

Perché fa un uso strepitoso del colore bianco e di quello nero ed è una fan della sostenibilità: le sue creazioni sono tutte frutto di un attento riciclo delle collezioni della stagione precedente.

I tessuti, che ama a dismisura, li considera un investimento, ci si affeziona e non si permetterebbe mai di mandarli al macero.

Anzi, li riutilizza, apportando ad ogni capo le novità necessarie affinché possano adattarsi al mood del momento.

E senza mai rinunciare a un’idea di lusso accessibile.

Certo, la parola accessibile è magari esagerata, visti i prezzi dei suoi abiti, ma considerata l’eleganza eterea, la qualità dei tessuti, l’innovazione e l’attenzione alla sostenibilità, non sono poi così fuori mercato.

La sua è una storia di successo.

La prima collezione del brand risale solo al 2016, nel 2017 sfila sulle passerelle della Copenaghen Fashion Week e vince il Danish Design Fashion Award, nel 2019 conta già 60 retailers in tutto il mondo e oggi è acclamata come la nuova stella dell’haute couture.

Le ultime collezioni vedono ampliare la palette dei colori, arrivando ad includere un giallo pallido, un rosa chiaro e un verde pastello tenue, nuance eteree e romantiche, ma non c’è storia: il bianco e il nero rimangono i colori forti delle proposte del brand.

Due nuance con cui Cecilie Bahnsen riesce a dare vita a creazioni sempre a metà strada fra lo stile baby doll e abiti rigorosi, ma sempre con un tocco di femminilità leggera ed elegante.

In rete non si trovano spiegazioni sul perché di questa scelta cromatica, ma possiamo provare ad ipotizzare.

Il bianco è il colore della positività, dell’ottimismo, ma anche del pragmatismo, della razionalità.

Ora, Cecilie Bahnsen è danese e conosciamo abbastanza la cultura scandinava per non avere difficoltà ad immaginare che il suo approccio alla vita, e alla professione, possa essere decisamente concreto e realistico.

Il nero è il classico colore dell’eleganza estrema, quella senza tempo e adatta ad ogni circostanza.

È la nuance che richiama l’età adulta, la maturità, la consapevolezza e visti i risultati ottenuti dalla stilista, di sicuro la rappresenta.

Ma possiamo tentare anche un’altra ipotesi: se il colore bianco è il simbolo del principio, il nero è quello della fine.

Dal bianco al nero e ritorno, in un eterno gioco di contrapposizioni e sfide, che rimandano di continuo l’una all’altra, un gioco che ha ammaliato anche noi con la nostra prima collezione giocata sui proprio sul B/W.

Ma queste sono le nostre riflessioni, quello che sappiamo per certo è che sicuramente ama il bello, tanto che in una recente intervista ha affermato:

 

“Desideravo che ogni pezzo di questa collezione assomigliasse ad un’opera d’arte, un abito fatto e finito, bello da guardare anche su un appendiabiti”.

 

Insomma, forse a lei non interessa davvero che le sue creazioni siano bianche o nere, l’importante è che siano meravigliose come una scultura.

E, ovviamente, sostenibili, come detta l’anima green che alberga dentro ogni cuore scandinavo.