Chiara Ferragni

Chiara Ferragni: il successo non è una colpa

 

La si può odiare o amare.

Ma, siamo oneste, impossibile rimanere indifferenti di fronte a questa giovane donna, bionda con gli occhi azzurri, che a soli 34 anni guadagna cifre a nove zeri.

Chiara Ferragni è un vero e proprio caso nazionale, che dall’alto della sua notorietà, rimanda al mittente tutte quelle sciocche battute sulla connaturata stupidità delle bionde.

Altro che stupida!

Nel giro di pochi anni questa ragazza è passata dalla natia Cremona a West Hollywood, dal ruolo di fashion blogger a quello di influencer con milioni di follower, da figlia della borghesia lombarda a moglie di Fedez, uno dei rapper nostrani più conosciuti.

Come ha fatto?

Dispiace per quelle donne sempre alla ricerca della magagna, ma Ferragni si è fatta da sola.

Certo, aveva dalla sua una rara avvenenza, ma non ci provate: di donne belle è pieno il mondo, ma non tutte diventano un caso di studio alla facoltà di economia della Harvard University!

Già, perché di questo si tratta: di un caso di studio, di una donna che, a partire da un semplice blog di moda, ha saputo mettere in piedi un vero e proprio impero imprenditoriale, fatto di immobili, negozi, collaborazioni con marchi prestigiosi e post sponsorizzati su Instagram, che le valgono decine di migliaia di dollari.

Insomma, un giro d’affari impressionante, che potrebbe far sospettare che sotto il vestito di marca si nasconda una gelida e pragmatica imprenditrice, che ha saputo cogliere la palla al balzo e giocarsela bene.

Invece, osservandola più da vicino, soprattutto su Instagram, vediamo tutt’altro.

Da una donna così, lontanissima dalle preoccupazioni di noi comuni mortali, ci si potrebbe aspettare un certo distacco dal quotidiano e dai problemi della gente: invece no.

E non vale manco la pena stare a pensare, come in molti hanno fatto, che ciò che fa, lo fa per acquisire notorietà.

Cioè…una con un esercito di quasi 23 milioni follower in tutto il mondo, forse ha risolto ampiamente il problema della notorietà, no?

Ci sembra invece più focalizzata sulla responsabilità che deriva da questa grande notorietà

E quindi, eccola raccogliere l’invito dell’allora Presidente del Consiglio Giuseppe Conte e durante la pandemia, realizzare un piccolo video su Instagram per sensibilizzare i più giovani sull’importanza dell’uso della mascherina:

 

“Per me essere un personaggio pubblico con molto seguito vuol dire anche questo:

cercare di fare qualcosa di buono per le persone e per il mio paese”.

 

Una disponibilità che le è valsa l’Ambrogino d’Oro, la prestigiosa onorificenza concessa dal Comune di Milano a chi si è adoperato per dare il proprio contributo alla città e al paese.

E non si fa nemmeno sfuggire l’occasione di dire la sua sui diritti delle donne.

Chiara Ferragni si prepara un bel mucchietto di appunti, si mette davanti alla telecamera e lancia un lungo grido di allarme, proprio nella Giornata internazionale contro la violenza sulle donne.

Un intervento che in pochi minuti butta sul piatto concetti come società patriarcale, revenge porn, slut shaming, spiegandoli ai suoi giovanissimi follower come nessuna femminista degli anni 70 avrebbe saputo fare.

Con le parole dei ragazzi, con la loro sensibilità e, soprattutto, sostenendo che “Questo è il momento di incazzarsi per queste cose, di prendere posizione e cambiare”.

E poi, in attesa di partorire la sua bambina dice: ” Le darò anche il mio cognome, non condivido la scelta patriarcale di darle solo quello del padre”.

Olé!

Fashion e femminismo, un connubio per certi versi insolito, ma sicuramente efficace.

Come si arriva a creare un personaggio di questo calibro, ce lo spiega lei stessa dal docu-film Chiara Ferragni-Unposted, della regista Elisa Amoruso, ancora visibile su Amazon Prime Video.

Qui viene illustrato con dovizia di immagini, tutto ciò che si cela dietro le numerose stories su Instagram, dietro ogni post su Facebook, dietro i video e gli spot: lavoro, tanto lavoro.

Ovviamente non mancano le difficoltà come quando l’ex fidanzato e socio cerca, con dei sotterfugi, di sottrarle il marchio che avevano creato insieme.

Al netto di tutto questo, appaiono ancora più gratuite e dissonanti tutte le critiche che riceve da intellettuali, critici cinematografici, esperti del web e politici nostrani, che non mancano occasione per sminuire le sue capacità, irridere il suo ruolo e dipingerla come una sciocca ragazzina che, grazie a non si sa quale santo, gode oggi di una fama e di una ricchezza inaccessibili ai più.

E non c’è nulla da fare, gli italiani spesso non riescono a perdonare chi ha successo…

A noi piace guardarla per ciò che è.

Una wonder girl che ha saputo coltivare i propri sogni, tirare fuori grinta, preparazione, determinazione e puntare alle stelle.

E che oggi è una donna, madre, moglie e imprenditrice realizzata. E non necessariamente in quest’ordine.

Niente male per una bionda, vero?

 

Wonder girl Boule de Sac