Colori, capirli per viverli.

 

 

È l’estate dei colori per Boule de Sac, questo sembra ormai essere chiaro, l’abbiamo sentita come esigenza forte dopo l’anno e mezzo di buio pesto da pandemia che abbiamo vissuto.

È per questo che ci piace parlarne ancora e sarà così anche luglio, sappiatelo…ecco quindi alcune considerazioni in ordine sparso.

(Sarà il caldo torrido, ma ci piace essere freestyle e scrivere seguendo il filo irregolare delle nostre riflessioni…)

Come sostiene Michel Pastoreau, massimo esperto mondiale della storia del colore, “non è possibile comprendere i colori del tempo presente, se non in relazione a quelli delle epoche passate”.

Detta così sembra un’affermazione sibillina, ma ha il suo perché.

Grazie all’avvento dei colori sintetici, infatti, oggi siamo abituati a poter scegliere fra un ombretto rosa salmone e un abito verde smeraldo, ma questi non sono colori: sono sfumature, e per la precisione le sfumature di due dei sei colori esistenti.

Vi stupisce?

I colori sono solo sei: bianco, nero, blu, verde, rosso e giallo, facciamocene una ragione e sì, a parte il bianco, sono i colori della nostra capsule collection estiva…

Le altre nuance non sono nient’altro che le mille tonalità in cui vengono declinati i sei capostipiti del mondo dei colori, come oggi lo conosciamo.

Oggi, perché in passato non era così.

In epoca preistorica, circa 70,000 anni fa, l’unico colore che l’uomo riusciva a riprodurre era il rosso ocra, a cui nel tempo si aggiunsero il giallo e il bianco.

Chissà, forse sarebbero anche stati in grado di produrre altri colori, ma molte teorie concordano sul fatto che i nostri progenitori si siano concentrati su di essi prendendo ispirazione dai processi vitali che conoscevano e scandivano la loro esistenza: il rosso del sangue, il giallo e il bianco della luce del sole, che con il tempo accolsero anche il nero della notte e della morte.

Vi stupirà anche sapere che in principio i colori non avevano un nome.

E no.

Gli antichi Greci li distinguevano esclusivamente in base alla loro lucentezza o oscurità e questo binomio chiaro-scuro rimase in vigore almeno fino al Medioevo.

La prima idea innovativa rispetto al colore la dobbiamo ad Isaac Newton, che studiando la luce, arrivò a sostenere che in essa sono già contenuti tutti i colori dello spettro cromatico e che questi si rendono visibili a seconda di come questa viene riflessa.

Teoria contestata aspramente sia da Goethe, che da Hegel, che proposero tesi alternative, ma nonostante il genio dei soggetti in questione, avevano torto.

Perché? Semplicemente perché Newton aveva ragione.

Sia come sia, ai nostri giorni sono tutti d’accordo su un fatto incontrovertibile: che i colori suscitano emozioni e stimolano risposte, tanto fisiche, quanto mentali.

E per tutti, intendiamo tutti: dagli operatori della Cromoterapia agli architetti, dagli esperti di marketing ai nuovi guru dell’Armocromia, i professionisti di oggi attingono a piene mani dagli esperimenti di Birren e Wohlfart della metà del 1900, con cui dimostrano che l’organismo, e la psiche, reagisce in modo significativo quando sottoposto al colore.

Non penserete mica che i loghi e le pubblicità vengano creati seguendo il solo gusto del grafico, giusto?

Nient’affatto e potrete accertarvene mettendo a confronto le campagne pubblicitarie: su sfondo blu e bianco quelle dedicate alle creme lenitive, su base verde quelle dei prodotti naturali, arancione per centri sportivi e ricreativi, giallo per i prodotti che devono garantire dinamismo e vitalità.

Non è un caso, i colori vengono scelti perché attivano in modo specifico il nostro cervello e modulano le nostre percezioni ed emozioni.

Certo, letto in questo modo, forse non guarderemo mai più una parete verde pastello o un tappeto rosso con lo stesso ingenuo candore, ma concentrandoci invece sul fatto che possiamo sfruttare questo fatto enigmatico e poco conosciuto per migliorare la nostra vita, vedrete, tutto acquisterà un nuovo significato.

La Cromoterapia per gli spazi abitativi insegna che i colori giusti per il salotto impediscono di dormire bene, se applicati in camera da letto.

Gli architetti sanno bene che non dovranno mai proporre il rosso per la sala d’attesa di un ambulatorio medico.

I pubblicitari non creerebbero mai il logo di una bibita energizzante di colore blu e chi si intende di Armocromia vi osserverà con attenzione, prima di consigliarvi un rossetto.

Ci sono voluti secoli affinché potessimo godere appieno delle infinite sfumature dei colori, ma nonostante ciò, siamo sicure che anche i nostri progenitori, quelli che sapevano a malapena produrre il colore rosso per i loro disegni rupestri, si emozionavano come ancora facciamo noi di fronte alle incredibili nuance di un sole al tramonto o alle infinite tonalità dell’azzurro del mare.

Perché il nostro è un mondo a colori e i colori sono la vita stessa.