Debora Carofiglio

Logistica e innovazione in Italia, la storia di Debora Carofiglio

Debora Carofiglio

 

“Quando la vita ci si mette, colpisce forte. Ma tu, beh, colpisci più forte!”.

Questa citazione non è di qualche esperto di coaching di crescita personale, ma di un’imprenditrice italiana, che l’ha fatta sua al punto da metterla in homepage sul suo sito personale.

Ma perché ci occupiamo di questa donna?

Perché è una tosta, una di quelle che ci ricorda che la resilienza non è solo una bella parola, à la page, ma un valore, un modo di essere, un mezzo e un obiettivo allo stesso tempo.

Classe 1975, Debora Carofiglio nasce a Milano e fino al 2015 conduce una vita nomade, cambiando di continuo casa, fino a quando decide di stabilire la sua residenza in provincia di Pescara.

Come lei stessa racconta, è su Internet da quando la rete era frequentata da pochi, tutti accomunati dallo stesso stress: quello provocato dai modem a 56kb, che oltre a metterci svariati minuti per portarvi online, riempivano casa con suoni inquietanti, più degni di un’astronave che non di una cameretta.

Ed è proprio da Internet che è partita la sua scalata.

Sempre secondo la sua biografia, comincia la sua attività online realizzando siti per conoscenti e gestendo il suo primo store, anche grazie all’esperienza maturata lavorando nella società di traslochi del padre.

Ma proprio quando tutto sembra andare bene, ecco lo stop.

Nel 2012 si separa dal marito e si ritrova da sola, con uno stipendio di 800 euro, un figlio e l’affitto di casa a carico. Momenti difficili, resi ancora più difficili dalla nascita, due anni dopo, della sua seconda figlia.

Come lei racconta in una intervista, non riusciva a mettere insieme il pranzo con la cena.

La situazione è dura, durissima, ma lei resta in piedi nella tempesta.

La svolta arriva nel 2016, quando la Carofiglio si imbatte in un post di Marcello Marchese e Dario Vignali, rispettivamente copywriter e imprenditore digitale, che cercavano un collaboratore per il Customer Service del nuovo network di affiliazione Pronto Campaign.

Debora si mette in luce con tutte le sue capacità e la sua forza e in soli 2 anni scala l’organigramma della società e diventa General Manager.

Molte di noi si sarebbero accontentate: ruolo di prestigio, stipendio, sicurezza. Ma non lei.

Nel 2019 si dimette e punta tutto su un’idea: coniugare l’esperienza maturata nell’agenzia di traslochi di famiglia, con tutto ciò che ha imparato nel precedente impiego e crea Momoka, una società di logistica.

Ma non un’impresa di logistica come le altre, ma una in grado di supportare gli e-commerce e i network di affiliazione, offrendogli un servizio a 360°:  liberarli dalla gestione delle spedizioni, certo, ma anche da tutto ciò che ruota intorno a tale attività, dalla gestione degli ordini, a quella di eventuali resi e reclami.

Sono momenti di crisi, ma la nuova società passa in un solo anno da una realtà fatta di 3 clienti e 3 dipendenti, ad una, ben più impegnativa, che coinvolge 50 clienti e 15 dipendenti.

Oseremo definirlo un successo.

Ma questa è la sua biografia, in fondo simile a tante altre.

Quello che ci ha colpito di questa donna è un suo video, rilasciato proprio a Dario Vignali, nel quale parla della sua esperienza.

C’è un passaggio che ci ha fatto riflettere: quello in cui Debora e Vignali parlano del mettersi in gioco, soprattutto declinato al femminile.

È un fatto:  le donne, sebbene dotate di pari capacità, quando non superiori a quelle dell’universo maschile, fanno più fatica ad emergere, a mostrarsi e vendersi.

Perché?

Perché scontano un innato senso di inferiorità, hanno paura di apparire, di essere giudicate, di non essere abbastanza.

Nonostante abbiano tutte le capacità, il know-how e talvolta l’esperienza per raggiungere il successo, si accontentano, rimangono dietro le quinte, lasciano ai loro colleghi maschi il privilegio, e i vantaggi, di calcare la scena.

Questa donna, invece, ha saputo puntare su se stessa, ha trovato il coraggio di credere nelle sue competenze e di mostrarle al mondo. Ottenendo il successo che merita, incarnando una delle nostre frasi in catalogo: Don’t stop dreaming just because you had a nightmare.

Qual è la lezione? Che la resilienza non basta. Va benissimo per galleggiare, ma poi serve una buona dose di autostima e coraggio.

Perché a noi non basta galleggiare, giusto?

 

Boule de Sac Beltbag