Joy, la donna del mocio, la forza dei sogni e il diritto di sbagliare
Una delle storie più ispirazionali in cui mi sono imbattuta in questi anni e che a mio avviso incarna bene uno degli slogan Boule de Sac: Don’t stop dreaming just because you had a nightmare è senza dubbio la storia di Joy Mangano, la donna italoamericana diventata imprenditrice di successo grazie all’invenzione del Miracle Mop, una sorta di cugino del mocio Vileda spesso presente nello sgabuzzino delle nostre case.
Ho conosciuto questa vicenda umana e professionale, grazie a un film uscito nel 2015 dal titolo Joy, appunto, e che prende spunto dalla biografia della Mangano, qui interpretata dalla meravigliosa Jennifer Lawrence.
La pellicola, oltre a essere molto divertente, è stimolante e ha un forte potere educativo, tanto che, secondo me, dovrebbe essere proiettata obbligatoriamente nelle scuole, per promuovere e far crescere l’empowerment femminile. Ne facciamo di bisogno, no?
La storia narrata nel film, con diverse divagazioni rispetto all’originale e ambientata presumibilmente negli anni ’80, mostra le difficoltà, le sofferenze e le frustrazioni di Joy, nel vivere una vita lontana dai suoi sogni di bambina e dal suo talento creativo di inventrice.
Il suo mondo è fatto di personaggi kitch e quasi grotteschi, la sua famiglia è tutto fuorché normale. I parenti di Joy rappresentano il lato comico del film con la madre lobotomizzata dalle telenovelas, l’ex marito nullafacente e aspirante artista che vive nel seminterrato di casa, il padre, un inossidabile Robert de Niro, sempre alla ricerca di nuove fidanzate.
Una famiglia disfunzionale che magari assomiglia un po’ alla nostra, con la variante che però la nostra, forse, non ci fa così ridere; d’altronde come diceva il grande Flaiano “visto da vicino, nessuno è normale”. E niente è più vicino e prossimo della famiglia.
Joy fa molti errori prima di trovare se stessa e la sua missione: un matrimonio sbagliato, un lavoro fatto solo per pagare le bollette, le ingenuità e la mancanza di esperienza nel nuovo mondo imprenditoriale. Ma la nostra musa, ad un certo punto, inizia ad ascoltarsi grazie anche ai preziosi consigli di quel meraviglioso spirito guida e mentore, rappresentato dalla nonna.
Non molla e ce la fa.
Un’altra cosa bella del film è la chiusura, poco happy ending e poco hollywoodiana. In estrema sintesi: Joy diventa una donna ricca e di successo, sistema un po’ di casini familiari, ma tutto intorno a lei, rimane all’incirca lo stesso. La parabola trasformativa personale di Joy è la sola cosa che conta, è la felicità di chi vive allineato con la propria missione, una lezione, un esempio, utile soprattutto per i suoi figli, mentre intorno a lei, il mondo dei non risvegliati va avanti come sempre.
La storia di Joy, ci racconta anche della necessità di fallire, quasi un passaggio obbligato per il successo.