Madam C. J. Walker, la prima milionaria afroamericana

La storia ad alto tasso di ispirazione di oggi ci ricorda che le tracce lasciate in vita attraverso le opere, il lavoro e le gesta sono eterne, nessuno può sapere quando e se queste un giorno verranno riprese, studiate o apprezzate.

Di sicuro, l’incredibile storia di Sarah Breedlove, nota come Madam C.J. Walker, sembra scritta apposta per una serie TV.

Una perfetta incarnazione delle nostre parole: “Don’t stop dreaming just because you had a nightmare”.

Si ritiene sia la prima donna afroamericana ad essere diventata milionaria. La notorietà al grande pubblico è arrivata solo di recente, grazie ad una miniserie targata Netflix, un secolo dopo la morte.

Sarah nasce il 23 dicembre 1867 in Louisiana, da una famiglia che ha subito le atrocità della schiavitù e lei è la prima ad essere nata libera e, non ancora adolescente, perde la madre a causa del colera e il padre poco dopo.

Una vita segnata dalle difficoltà la portano a soli 14 anni a sposarsi con Mosè McWilliams per sfuggire ai maltrattamenti che dovette subire da parte del cognato, dopo la morte dei genitori.

A neanche 20 anni, Sarah perde il marito che la lascia con una bambina di soli 3 anni.

Nello stesso periodo la protagonista del racconto si trasferisce a St. Louis dove lavoravano i fratelli come barbieri. Sarah trova lavoro come lavandaia.

Dopo la morte del fratello, un fatto particolarmente traumatico per Sarah e il matrimonio con John, un marito violento a alcolizzato, un altro evento spiacevole le aprirà invece le porte per una carriera di successo.

Come molte donne nei primi anni del ‘900, la Walker ebbe un’inesorabile perdita dei capelli, dovuta dal fatto che, in quel periodo, molti americani vivevano in precarie condizioni igieniche, non potendo disporre di acqua, corrente elettricità e riscaldamento. Disagi che con il tempo portavano numerosi problemi al benessere di una persona, compresi l’insorgere di malattie al cuoio capelluto.

È questo episodio che permette alla Walker di scoprire il suo talento da vera donna di affari, grazie ad uno shampoo unito ad una pomata e allo zolfo. Una formula già nota al tempo, utile per rafforzare il cuoio capelluto.

Una delle abilità della Walker fu quella di convincere le donne di colore ad acquistare il prodotto, dicendo loro che la pozione le era stata suggerita in sogno dal grande uomo nero. Una storia evocativa con un tocco magico che le permise in breve tempo di persuadere e portare all’acquisto migliaia di consumatrici.

Da allora la sua vita cambiò radicalmente: il suo shampoo Madam Walker’s Wonderful Hair Grower divenne un prodotto apprezzato in tutti gli Stati Uniti.

Nel 1917 l’acquisto di una villa da 250.000 dollari fu la prova plastica del successo raggiunto dopo un percorso segnato da difficoltà che avrebbero stroncato chiunque, ma non Madam Walker che negli ultimi anni di vita si avvicinò alla politica per dare voce alle condizioni in cui versavano le persone di colore.

 

“Sono una donna che proveniva dai campi di cotone del sud.

Sono stata promossa lavandaia.

Poi sono stata promossa cuoca e da lì mi sono promossa da sola nel mondo degli affari ideando e

realizzando prodotti per capelli.”

 

La cura dei capelli è un aspetto molto importante nella cultura afroamericana, la dedizione delle donne alla propria capigliatura rappresenta una piccola metafora delle sfide che le donne di colore e non solo, da secoli, si trovano a dover affrontare.

La storia di Madam C.J. Walker è racchiusa nella biografia scritta da A’Lelia Bundles sua pronipote.

Recentemente il libro è stato ripreso da Netflix per la realizzazione di una miniserie dal titolo Self-Made: La vita di Madam C.J. Walker, divisa in quattro episodi dalla durata di 45-50 minuti e interpretata dall’attrice premio Oscar Octavia Spencer.

Una storia quella di Madam C.J. Walker che proviene dal passato, ma di grande attualità e ispirazione e ci riporta un esempio dell’immenso potere delle donne e della loro forza di volontà fuori dal comune.

L’auspicio, in questi giorni del #BlackLivesMatter, è, ancora una volta, di un mondo dove tutti possano beneficiare di pari dignità, diritti e opportunità, indipendentemente dal genere, dal colore della pelle o dalla religione.