Nuovi modelli femminili: le bambine ribelli.
Parliamo oggi della necessità di nuovi modelli femminili, oggi si apre febbraio commercialmente conosciuto come il mese dell’amore, il mese di San Valentino.
Abbiamo pensato di fare una riflessione, come piace a noi, spostando il fuoco dalle modalità mainstream e parlare di cosa ci piacerebbe vedere nel mondo, qualcosa più in linea con i nostri valori.
Se ci seguite da un po’, lo sapete: ci piace spesso parlare di ispirazione e empowerment femminile, ecco perché in questo mese parleremo dell’amore sì, ma per noi stesse.
Un atto per tante rivoluzionario, necessario come non mai, a giudicare dalla cronaca impietosa che quasi ogni giorno ci riporta una donna ammazzata per mano di mariti, compagni, ex, padri e fratelli violenti e assassini.
Sì, il tema è serio, anche per noi che ci occupiamo di borse e accessori, di bellezza e ironia.
Per noi oggi è importante parlare della necessità di nuovo modelli femminili, tema ricorrente e ciclico nel dibattito pubblico già a partire dagli anni 70.
Purtroppo, nonostante l’emancipazione e le battaglie femministe del secolo scorso, l’immagine della donna viene ancora veicolata come strumento ad uso e consumo dell’immaginario maschile.
Il che di per sé potrebbe anche non essere un problema, se non fosse che questo tipo di donna, proposta e riproposta dai media, nella nostra psiche diventa un traguardo, un obiettivo da raggiungere, un modello da inseguire e, ahinoi, diventa causa di molte delle nostre frustrazioni.
Nonché di uno svilimento delle nostre capacità, dei nostri diritti e, per farla breve, della nostra libertà.
Le donne non sono quelle mostrate in TV.
Non sono tutte bionde, non sono tutte belle, ma soprattutto non sono tutte senza cervello e non hanno come unico desiderio quello di sedurre e soddisfare l’uomo.
E meno male, perché il nostro vero valore aggiunto, la nostra vera forza, risiede proprio nelle infinite possibilità di essere, a seconda dei nostri desideri e delle nostre inclinazioni.
Siamo tutte diverse, siamo una moltitudine e non siamo al servizio dei desideri maschili.
Sembra strano, ma tocca ribadirlo.
A dieci anni e più dalla sua uscita, è ancora drammaticamente attuale “Il corpo delle donne”, il documentario prodotto e narrato da Lorella Zanardo.
Com’era e com’è la donna proposta dai media?
Il documentario lo racconta benissimo.
Non è solo bella: è seducente, spogliata, allusiva, ammiccante e con la faccia deformata dalla chirurgia estetica.
In ultima analisi è ridotta a un oggetto privo di personalità, desideri, intelligenza.
Il problema è che la TV e la pubblicità, i media che più di altri si avvalgono di questo modello femminile, influiscono su tutte le donne, rimodellando le loro aspirazioni, i loro sogni, il loro corpo e, in ultima analisi, rimodulandone il ruolo nella società.
Chiedete a un’adolescente cosa vuole fare da grande: più facile che voglia fare la modella, la velina, l’influencer su TikTok o l’attrice e non l’ingegnere, l’avvocato o l’astronauta.
Non è un problema da poco.
E non perché ci sia qualcosa di male nel fare la modella, la velina o l’attrice, ma perché modellando la donna a uno stereotipo al consumo degli uomini, si incide profondamente sulla percezione che le donne, ma soprattutto le bambine e le adolescenti hanno di sè stesse, con tutto ciò che ne consegue: mancanza di autodeterminazione, subalternità al maschio, rinuncia ai propri desideri.
Un errore madornale, che non si limita a produrre la corsa alla magrezza o alla seduzione come unico modello di espressione, perché nel lungo periodo plasma una percezione di sé rinunciataria e svilente, su cui si innestano fenomeni come la violenza domestica e il femminicidio.
Ecco perché nel 2021 stiamo ancora parlando di lotta agli stereotipi di genere, dell’importanza di nuovi modelli femminili e qualcosa per fortuna sembra stia cambiando
Nel 2017 Francesca Cavallo e Elena Favilli firmano il libro “Storie della buonanotte per bambine ribelli” che intercetta un bisogno del mondo femminile: le bambine non hanno più voglia di sentire storie di principesse, principi a cavallo e happy-ending melensi e improbabili.
Il successo è grande e inaspettato e ne scaturisce un’avventura imprenditoriale degna di una storia della buonanotte in stile ribelle. Se non la conosci clicca qui.
Ma che storie sono le favole della buonanotte per bambine ribelli?
Sono le biografie di 100 donne, importanti, famose, che in un modo o nell’altro hanno lasciato un solco nella storia.
Letterate, scienziate, statiste, inventrici, ma anche sportive, pittrici e rockstar.
Un intero caleidoscopio di donne, che grazie al loro impegno, coraggio e determinazione hanno saputo vincere sfide e superare ostacoli.
E che si configurano come un ottimo esempio per le bambine di oggi, non perché debbano imitarne le gesta e seguirne le orme, ma perché sappiano che nella loro vita potranno inseguire ogni sogno, realizzare ogni desiderio.
Perché non è mai troppo presto per insegnare loro l’importanza di nuovi modelli femminili, che possano sottrarle al destino a cui gli stereotipi di genere le vorrebbero assoggettate.
Ma soprattutto, perché capiscano che non sono ciò che appaiono.
Non sono il loro corpo, né la capacità che hanno di risvegliare il desiderio negli uomini. Non sono al servizio di nessuno. Non dipendono da nessuno. Sono autonome e indipendenti. Possono bastare a loro stesse.
In definitiva, sono libere e tali devono restare.
Perché noi donne, come dice una nota pubblicità, valiamo. E ci meritiamo ben più di una crema antirughe.
C’è poi chi, tra le nostre clienti, ha pensato bene di fissare il concetto su una borsa Boule de Sac.