Sbagliare è un diritto

 

La perfezione è uno dei miti più deleteri del nostro tempo e Winston Churchill, sostenendo che “La perfezione è nemica del progresso” l’aveva ben compreso. Viviamo in un quotidiano naturalmente imperfetto, ma ogni giorno veniamo bombardati da messaggi che ci spingono a diventare qualcun altro.

Donne bellissime che ammiccano dagli spot pubblicitari, genitori che esortano i figli ad essere dei vincenti a tutti i costi, istituzioni scolastiche che valutano ogni nostra defaillance, colleghi competitivi fino alla cattiveria sul posto di lavoro. Tutto ci porta a guardare fuori e a confrontarci con modelli che non hanno molto a che vedere con la nostra essenza.

Che ne è stato del vecchio e saggio detto popolare “Sbagliando si impara”?

E sì, perché è così che si raggiunge il successo, sbagliando. Di tentativo in tentativo, di insuccesso in insuccesso. E sai qual è la buona notizia? Che anche quando sbagli, il mondo non finisce. Anzi, ad ogni errore, corrisponde un nuovo inizio: tu cambi, evolvi, perché hai imparato qualcosa di nuovo e magari il tuo obiettivo è un po’ più vicino.

Tu non sei i tuoi errori

Sbagliare non solo è umano, ma è anche un’incredibile occasione per migliorarsi. Grazie ai tuoi errori hai la possibilità di correggere la rotta.

E poi, diciamoci la verità: molto spesso dietro la paura di sbagliare c’è solo il terrore del giudizio altrui. E questo timore esiste perché da sempre ti hanno insegnato ad identificarti con i tuoi errori, come se tu fossi l’errore che hai commesso. Ma l’errore non solo è sempre dietro l’angolo, ma è anche il passaggio obbligato di ogni successo. Sul potere salvifico del fallimento è molto interessante il libro di qualche anno fa di Gioia Gottini dal titolo “Un fallimento ti salverà”. La life-coach, allieva di Marie Forleo, dedica un istruttivo capitolo a tanti personaggi di successo e ai loro momenti poco edificanti, e agli inizi spesso tutti in salita.

Non penserai mica che i grandi scienziati abbiano fatto centro al primo tentativo, giusto? Anche i più famosi sportivi hanno dovuto lavorare tanto, prima di vincere un’Olimpiade. Per non parlare degli uomini e delle donne di successo, che prima di finire sulle pagine dei giornali, hanno dovuto sgobbare sui libri e nel lavoro mentre magari gli altri uscivano a bere con gli amici o a lobotomizzarsi facendo binge-watching su Netflix.

Poi, ci sono i tronisti e le veline, ma questo è un altro discorso.

L’errore come opportunità di miglioramento

I creativi e non solo, lo sanno bene: “Doubt kills more dream than failure ever will”. Già, la causa dell’insuccesso sono i tuoi dubbi, non i fallimenti, ed è per questo che abbiamo voluto farne uno dei temi della nostra collezione Boule de Sac. Per ricordarti che la ricerca della perfezione è il tuo peggior nemico.
D’altronde, esiste qualcosa che non è migliorabile? No.

Se ti fai assalire dai dubbi, non arriverai mai alla meta! Il trucco sta nel darti una scadenza precisa. E quando l’hai raggiunta, avanti tutta. Ciò che hai prodotto è ciò che potevi realizzare in quel preciso momento. E puoi fidarti delle tue capacità: molto spesso sarà un ottimo risultato.

Non farti fermare dalle tue incertezze, non cercare la perfezione assoluta. Anche perché: (spoiler) non esiste.
E nel caso, invece, non avessi centrato l’obiettivo, fa niente. Hai sbagliato, ma puoi sempre ritentare. Nel frattempo avrai imparato dai tuoi errori, avrai aggiustato il tiro e preso meglio la mira, con più lucidità.

Forse la chiave è tornare bambini e ricominciare ad imparare “per prove ed errori”, come sostengono le più accreditate teorie sull’apprendimento. E, magari, recuperare anche l’entusiasmo e la genuinità dell’infanzia, quando da ogni nostro errore aumentava la determinazione nel riprovarci. Ovviamente non te lo puoi ricordare, ma sappi che quando hai imparato a camminare, ti comportavi proprio così: cadevi e ti rialzavi, cadevi e ti rialzavi, fino a quando hai imparato a correre.

Dunque, sbagliare è davvero una tragedia?