Laura Biagiotti, una leggenda del Made in Italy, regina del bianco
Bernardine Morris, celebre editorialista del New York Times e massima autorità nella critica di moda negli anni 70, la definì “The queen of Cashmere”, perché fu la prima stilista che recuperò l’uso di questo particolare filato, declinandolo in chiave moderna, femminile e colorata.
Ma nonostante ciò, Laura Biagiotti è stata la designer che più di qualunque altra ha sfruttato il potere suggestivo del colore bianco.
Un bianco siderale, che lei stessa definiva “luce mediterranea”.
Il bianco della luce dei sogni, il colore di cui amava vestirsi, tanto nella vita privata, quanto mentre solcava le passerelle più importanti del mondo.
Dopo la sua morte, nel 2017, quel bianco lo ritroviamo nelle parole della figlia Lavinia, che dopo una lunga collaborazione con la madre, prende le redini dell’azienda:
“Mi ha insegnato a cominciare ogni giorno da un foglio bianco, senza la pesantezza del giorno prima e senza accontentarsi dei successi ottenuti, ogni giorno è il sipario che si alza, andare in scena e farlo con gioia.”
Ecco, Laura Biagiotti era così: determinata, entusiasta della vita, ottimista e, soprattutto, amante della moda e del bello in generale.
Nonostante l’iscrizione alla facoltà di Lettere infatti, la futura stilista respira l’odore della sartoria fin dalla più tenera età, quando andava a trovare la madre nel suo atelier di Via Salaria, a Roma, dove venivano realizzate le divise per le hostess dell’Alitalia.
E voi lo ricordate il gusto e l’eleganza delle hostess del secolo scorso, giusto?
Eravamo giustamente famosi in tutto il mondo!
Dopo aver intuito che la sua strada passava necessariamente per la moda, la Biagiotti lasciò l’università e a soli 22 anni, con la collaborazione del suo futuro marito, creò il proprio marchio.
La prima sfilata ruotò interamente intorno a una giacca bianca, che a seconda degli accessori abbinati, poteva essere utilizzata per andare in ufficio o, al contrario, per partecipare a un evento serale.
Perché l’obiettivo principe dell’iconica stilista era quello di regalare alle donne dei capi di abbigliamento nei quali sentirsi sempre a loro agio, senza dover mai rinunciare ad un’eleganza moderna, morbida, quasi eterea.
Come etera e suggestiva fu la sua grande sfilata a Pechino nel 1988.
Fu la prima stilista a portare in estremo oriente, in un paese ancora fagocitato dal comunismo, una ventata di modernità, appena si rese conto che le mutazioni culturali in atto nel paese avrebbero investito anche la sfera personale, stimolando la riscoperta dell’individualità.
E in quegli anni, quale modo migliore per sprigionare la propria personalità, se non indossando un abito di Laura Biagiotti?
Negli anni 80, la fashion designer romana contribuisce dunque ad esportare l’eleganza italiana in tutto il mondo.
Il suo marchio allarga la sfera d’influenza, investendo nel settore di scarpe, cravatte, occhiali, foulard, borse, accessori e profumi.
Chi non ha mai sentito parlare del celebre Roma di Laura Biagiotti?
Un profumo che negli anni 90 ha svettato in cima alle classifiche delle eau de toilette più vendute e apprezzate dal pubblico femminile, ma non solo, visto che lo stesso nome ha portato al successo anche la fragranza maschile.
Una creativa a tutto tondo.
“Forse per definire quello che faccio non c’è una vera parola, ma questo lavoro mi va bene così com’è”.
Instancabile e maniaca dei dettagli, la stilista rimarrà per sempre ricordata per i suoi caftani, le linee ampie delle sue creazioni che sembrano quasi danzare, mentre volteggiano leggere, intorno al corpo delle donne.
E al bianco, il colore che simboleggia la vitalità, il principio, che esprime fiducia nel futuro e nelle relazioni.
Il colore di Laura Biagiotti, insomma.
“La moda è lo specchio dei tempi. La moda è l’espressione fondamentale del nostro personale comportamento, che si evolve nei ritmi della contemporaneità.”
Pensateci la prossima volta che vi vestirete di bianco: non sarete banali, sarete iconiche!