Progresso, non perfezionismo. Sì, Marie, ancora tu.

Continua il nostro viaggio settembrino tra i danni del perfezionismo e l’importanza di sbagliare.

E se poi lo sbaglio diventa un fallimento, c’è una soluzione anche a quello, così come promette Marie Forleo nel suo ultimo libro. Di lei e della sua storia di successo ci siamo già occupati poco tempo fa nel nostro Blog de Boule, se non sai chi è leggi qui.

Ecco alcuni spunti del Forleo-pensiero scelti e rielaborati secondo la nostra sensibilità.

 

  • Noi non siamo i nostri errori e i nostri fallimenti.

Quando sbagliamo in qualcosa di molto importante per noi, ci identifichiamo con l’errore, se poi dovesse verificarsi un fallimento inteso come bancarotta o rinuncia al proprio sogno/progetto/relazione etc… Apriti cielo! Ma gli errori, i fallimenti sono eventi, non definiscono quello siamo, non sono sentenze di morte o etichette che ci marchieranno a fuoco per tutta la vita.

 

“La perfezione è irraggiungibile, è un mito, una trappola,

una ruota per criceti su cui è possibile correre fino alla morte”.

Elizabeth Gilbert

 

  • Il perfezionismo può diventare una trappola mortale.

La personalità perfezionista, dicono gli esperti, è più soggetta a sviluppare stati di ansia, depressione, disturbi mentali e propensione al suicidio. Non è forse una buona ragione per darsi una grossa calmata e ridimensionare l’ansia da prestazione? Ogni professionista ha iniziato come dilettante, ricordiamocelo, detto ciò, meglio non confrontarsi con nessuno.

 

  • Progresso, no perfezione.

Il percorso verso il risultato non è mai una linea retta ma un caos organizzato, pieno di stop and go, di scarti laterali, di spirali, di scatti in avanti e retrocessioni. Non ci sono formule magiche, ci sono solo buone abitudini, disciplina, perseveranza, dedizione e progressi anche impercettibili, messi in fila con pazienza. Giorno dopo giorno, perché il cambiamento è praticamente invisibile mentre accade.

 

“Tutto ciò che vale la pena realizzare richiede tempo.

Più tempo di quanto la nostra mente precipitosa ritenga giusto.”

Marie Forleo

 

  • Pazienza e visione di insieme.

È importante conservare uno sguardo di insieme sul proprio percorso, allora potremmo interpretare diversamente quelli che avevamo giudicato come errori o fallimenti o disastri di varia natura. Alla fine potrebbero risultare una deviazione di percorso provvidenziale verso una strada più giusta per noi.

 

  • Fai qualcosa di nuovo e importante e il disagio è assicurato.

Quando si esce dalla zona di comfort, dice Marie, ci attende l’insicurezza. Arrivano domande sui massimi sistemi e dilemmi su ciò che stiamo facendo. Arriva la vocina molesta che mette in dubbio tutto. È un buon segno, un segno di progresso e la vocina, di cui abbiamo parlato anche la scorsa settimana, viene messa in scacco da tre parole che l’autrice consiglia: per il momento.

Esempio: “Non sono brava/capace etc…per il momento.”

 

  • La perfezione è stagnazione, il progresso ci fa diventare più produttivi.

 

  • No drama.

I perfezionisti amano il dramma, dice la life-coach, l’unica ossessione deve diventare la decisione di migliorare.

 

“Evadere dalla città di Pantania. Fare qualcosa è il segreto di fare qualcosa.”

Marie Forleo